Rita e Hans Hoogveld, iscritti olandesi al Club Bialbero , sono grandi appassionati di vetture Alfa Romeo, partecipano ogni anno ai raduni del Bialbero.  Recentemente sono venuti ad Ancona ed hanno intervistato il Presidente del Club .

 

 

 


Abbiamo avuto occasione di incontrare nel suo splendido garage nel centro di Ancona , nelle Marche  in  Italia  l'ing. Carlo Negri , che oltre a possedere numerose Alfa storiche è uno dei maggiori collezionisti di automodelli a livello mondiale .Nel 1998 ha costituito insieme ad altri appassionati l' Alfa Romeo Club il Bialbero , che in breve tempo è divenuto uno dei club di marca più apprezzati e stimati. Abbiamo chiesto all'ing. Negri quali sono state le motivazioni del grande successo che ha subito riscosso il sodalizio che presiede.

 

Potrei sintetizzare tutto in una breve espressione "PASSIONE E CULTURA", sottolineando il fatto che alle basi di qualsiasi azione riferita all'auto, dalle più semplici fino alla progettazione di un nuovo modello, ci deve essere una profonda conoscenza del suo percorso storico.
Da ciò deriva che la finalità primaria di un club di marca è quella di analizzare, cogliere, far conoscere gli aspetti salienti che riguardano la Casa Automobilistica alla quale è dedicato.
Sino a qualche anno fa la passione per l'Alfa era qualcosa di istintivo, d'emozionale, d'inconscio, non veniva messa in relazione con le motivazioni che la determinavano.

 

Il merito del Bialbero è stato quello di metterle in evidenza.

Siamo partiti dal motore "bialbero" sottolineando come la Giulietta degli anni '50 sia stata l'unica berlina al mondo di classe media ad essere equipaggiata con un doppio albero a camme in testa.

Nel '62 lo stesso tipo di motore sarà adottato anche dalla Giulia che diverrà la berlina di cilindrata 1600 più veloce al mondo.

Giulia e Giulietta, oltre ad essere le prime vetture di grande serie ad utilizzare il motore bialbero, vanno anche considerate i simboli della ricostruzione e dello sviluppo nell'Italia degli anni '50 e '60.

La grande novità introdotta dal Club "Il Bialbero" è quella di aver reso i possessori di Giulietta, Giulia, GT ed Alfetta pienamente consci che la vettura storica Alfa Romeo non è solo sintesi di progressi stilistici e tecnologici forse irripetibili, ma anche la testimone ed in parte la protagonista dei fatti che nella seconda metà del secolo scorso determinarono l'evoluzione del costume e della società.


Il Bialbero ha introdotto con grande successo la "celebrazione degli anniversari" , è stata solo una scelta tematica per i raduni o perseguivate obiettivi di più ampia portata?

Una delle motivazioni che ci hanno spinto a costituire il Club Bialbero è stata quella di valorizzare vetture quali la Giulia e la GT , che dopo i grandi successi ottenuti fin dalle loro presentazioni nel 1962 e 1963 e dopo una vita automobilistica costellata di consensi e soddisfazioni erano state dimenticate e fino al termine degli anni novanta non erano prese in considerazione come vetture classiche , alcuni club arrivavano a rifiutare la loro iscrizione ai raduni . La celebrazione degli anniversari è stata l'occasione per mettere di nuovo in primo piano queste vetture , che hanno orientato in maniera decisiva la storia dell'auto. I raduni organizzati dal bialbero nel 2002 e nel 2003 per i 40 anni di Giulia e Gt rimarranno esempi e punti di riferimento per le la grande carica innovativa che li ha pervasi.

 

I raduni del bialbero hanno avuto un grande successo ed una elevata partecipazione .  Qual ' è lo spirito che li anima ?

 

Potrei sintetizzare la risposta con questa espressione :

" Quando dal parabrezza e dallo specchietto si vedono solo Alfa , l'emozione di guidarle diventa più profonda " .

 

Seguendo tale ottica il Bialbero ha conferito in questi ultimi anni una nuova identità al raduno , non più esclusivamente ritrovo di vetture storiche , anche di case diverse , ma soprattutto valorizzazione del marchio d'appartenenza , ALFA ROMEO  nel caso specifico , con l'effetto di riscoprire il significato e l'origine della passione per l'auto e di dare lustro a vetture come la Giulietta , la Giulia , la Gt e l'Alfetta .

 


 

 

 

Perché oggi le vetture del passato , in particolare le Alfa Romeo classiche  , stanno suscitando tanto interesse , non solo tra gli appassionati di automobili ?


 

Forse perché a livello inconscio danno il via ad un percorso emozionale che sfocia in uno stato d'animo uguale a quello che decenni addietro si determinava quando avevamo occasione di osservarle o di guidarle .

E' impossibile ritornare indietro nel tempo , anche solo spiritualmente , perché il susseguirsi degli eventi , i mutamenti sociali e culturali , le nostre vicende personali ci hanno cambiato profondamente , ma , a volte , un cruscotto , un rombo , una calandra cromata , un volante cancellano gli anni trascorsi e ci ridanno intatte sensazioni ormai dimenticate .

Un'Alfetta , una Giulia , una Gt sono in grado di cancellare tutto il " DOPO DI LORO " per ridarci quell' approccio  all' auto fatto di passione , stupore e sentimento .


 

 

 

 

 

In tutti i raduni del Bialbero  é stato offerto agli equipaggi un automodello personalizzato con i loghi del sodalizio , inoltre il club ha promosso la realizzazione di una serie di diorami . Ci può illustrare il loro significato intrinseco ?

 

 

Nei diorami non figurano soltanto modelli di autovetture , si caratterizzano soprattutto per la loro ambientazione storica , per la presenza di elementi ed episodi che incisero nella progettazione e nell'affermazione della vettura . Perciò il diorama é anche un racconto ed un quadro .

Attraverso il diorama , che ha l'auto in primo piano , rivivono storie di singoli e di nazioni , le aspettative , i successi , le scoperte , le delusioni che hanno inciso nella storia del costume . Ci sono stagioni della vita che abbiamo amato e poi perduto , alle quali il nostro pensiero si volge con nostalgia  . Il diorama le ripropone .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qual ' è l' oggetto che la proietta istantaneamente nel mondo delle Alfa Romeo classiche ?

 

Ha impresso un quadrifoglio , ha la forma di una chiave , ma non è una comune chiave , rappresenta il lasciapassare per una realtà in cui l'auto cambia il modo di vivere , permettendo l'apertura di un varco nel grigiore e nella banalità della vita odierna .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prendiamo spunto da questa sua riflessione per chiederle quali sono le motivazioni per cui le auto contemporanee raramente suscitano emozioni e tanto meno risvegliano la passione per l’auto.
 

 

 

La risposta e’ complessa e implica non solo il confronto tra le auto attuali e quelle del passato ma anche la necessità di cogliere il senso più profondo delle grandi trasformazioni di natura sociale e culturale ,che si sono dispiegate dagli anni settanta ad oggi ed hanno determinato un sostanziale cambiamento delle abitudini e del modo di vivere.
Alla fine del XIX secolo le prime auto vennero chiamate a sostituire le carrozze . La carrozza era un mezzo di trasporto , che aveva un compito esclusivamente funzionale , difficilmente poteva suscitare passione , evocare suggestioni o emozionare . L’automobile non si limitò ad ereditare dalla carrozza il ruolo di mezzo di trasporto , divenne qualcosa di molto più importante , si configurò come una straordinario strumento di indipendenza e di libertà in grado di suscitare nell’uomo una gamma di emozioni e di sentimenti che nessun altro mezzo di locomozione era stato in grado di fare in precedenza. Dobbiamo alle competizioni e a Case automobilistiche come l ‘ ALFA ROMEO se dagli anni venti agli anni settanta l’auto è stata un oggetto di passione e di desiderio capace di riempire la vita di nuovi contenuti e di irrinunciabili stati d’animo.
Il possesso, negli anni 60 ,di una Giulia o di una GT rivoluzionava le modalità di svolgimento della vita introducendo un elemento in grado di offrire quotidianamente sensazioni e soddisfazioni uniche. La linea , l’atmosfera che creava l’inconfondibile interno, l’ineguagliabile rombo del motore infondevano un supplemento di vitalità permanente. Impossibile ritrovare oggi tutto questo.

 

 

 

 

 

 


Dopo aver risposto alle nostre domande l 'ing. Negri ci mostra le sue vetture , ci racconta la loro storia , le emozioni che hanno determinato il giorno in cui , dopo l'acquisto ,le ha guidate personalmente per condurle verso la loro nuova "casa", poi apre il cofano posteriore di una Giulia , estrae un cofanetto in metallo e lo apre, sembra un contenitore ricolmo di luccicanti oggetti preziosi, ci avviciniamo , guardiamo con maggiore attenzione e scopriamo che sono le chiavi delle auto , a questo punto l'ingegnere per dimostrare la completa efficienza di tutte le vetture ci invita a prenderne una a caso e a mettere in moto , la chiave estratta è quella di una Giulia 1600 Sprint che parte regolarmente al primo tentativo. Lasciamo a malincuore quel luogo dove l'automobile va oltre il semplice ruolo di mezzo di trasporto e soffermandoci a leggere con attenzione una scritta che campeggia spaziata su di una intera parete " 3000 cavalli , pronti in qualsiasi momento , in ogni luogo , a trasmettere la vera , indefinibile essenza della passione per l'auto ", riusciamo a capire molto di più del rapporto che c'è tra uomo e automobile.

 

                                                                                    Rita e Hans Hoogveld

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

l'ing.Carlo Negri accanto

all'Alfa Romeo Montreal