 | TAVOLA ROTONDA
Alla fine della seconda guerra mondiale la Casa del Portello aveva gli stabilimenti quasi completamente distrutti, era difficile ricominciare, altri avrebbero desistito, ma alcuni intraprendenti e coraggiosi dirigenti decisero che l’ALFA doveva vivere! Si iniziò assemblando cucine a gas, serramenti e mobili di vario genere, poi venne riavviata la produzione dei modelli a 6 cilindri, ma si avvertiva la necessità di acquisire una nuova e più ampia dimensione industriale, ciò poteva avvenire solo concentrando l’attività dell’azienda su una vettura di larga diffusione che mantenesse gli elevati standard qualitativi e le caratteristiche peculiari del Marchio e, pur rinunciando alle motorizzazione a 6 e 8 cilindri, disponesse di un propulsore bialbero in linea con la tradizione sportiva della Casa. Pilotare un’Alfa Romeo sarebbe rimasto un privilegio per pochi se non fosse prevalsa la volontà di far accedere al piacere di possederla un crescente numero di utenti. Il modello della rinascita fu denominato 1900, aprì la strada alla produzione in grande serie e alle innumerevoli affermazioni commerciali e sportive delle successive Giulietta e Giulia. Da questa sintetica carrellata attraverso la storia della casa del Biscione riusciamo a capire quanto l’ideazione e lo sviluppo di un modello, il concepimento di un motore siano strettamente legati ai tempi in cui sono dislocati. La situazione socio economica ed il quadro politico costituiscono gli scenari in cui si succedono circostanze ed eventi che definiscono il percorso e l’evoluzione di una casa automobilistica.
Oggi quell’avvincente e inarrestabile sviluppo di cui si rese protagonista l’Alfa non sarebbe realizzabile neanche con notevoli disponibilità economiche perché tutto è cambiato in senso negativo, tutto è stato stravolto contro ogni logica e contro lo stesso interesse nazionale.
Se c’è qualcuno che ancora apprezza i tempi attuali provi a trasferirli nel periodo in cui l’Alfa, azienda controllata dallo Stato tramite l’IRI, iniziò la sua esaltante ascesa.
Con le attuali normative Europee sulla concorrenza la Casa Milanese non avrebbe potuto usufruire di alcun finanziamento statale e quindi avrebbe dovuto chiudere. L’Italia avrebbe perso in partenza un Marchio simbolo nel mondo del suo ingegno e della sua creatività, non avrebbero mai visto la luce vetture come la Giulietta, la Giulia, l’Alfetta, la GT, la Duetto, pietre miliari nella storia dell’auto, capolavori di ingegneria come la TZ e la TZ 2, la GTA non sarebbero stati neppure concepiti, assente anche l’esaltante storia sportiva con le oltre 200 vittorie della GTA.
Al posto di un industria importantissima per l’Italia l’arida, fredda frase “ Ce l’ha chiesto l’Europa”. |